Cristina Longo

Cristina Longo

Martedì, 12 Novembre 2024 21:59

Indennizzi per danni da fauna selvatica  

Erogazione degli indennizzi 2023 e anticipo eccezionale per il 2024. L’assessore alle Politiche Agricole, Carmine Cicala: “Soddisfatto, oltre che orgoglioso, di portare a termine questo risultato, consapevole del peso che tali danni hanno rappresentato”

L'assessore alle Politiche Agricole, Carmine Cicala, annuncia che per l'anno 2023 saranno integralmente riconosciuti gli indennizzi per i danni causati dalla fauna selvatica, in conformità alle disposizioni della Delibera di Giunta Regionale n. 976/2020. L’iniziativa ha come obiettivo offrire agli agricoltori e agli allevatori colpiti il necessario supporto economico, garantendo un risarcimento tempestivo.

“Sono davvero soddisfatto, oltre che orgoglioso, di portare a termine questo risultato, consapevole del peso che tali danni hanno rappresentato”, ha dichiarato l'assessore Cicala.

“Non solo abbiamo lavorato per assicurare quanto dovuto per il 2023, ma abbiamo voluto dare un segnale concreto di attenzione verso il settore, predisponendo anche un anticipo per il 2024 pari al 36% degli indennizzi previsti. È un intervento che consideriamo prioritario e una testimonianza di solidarietà verso quanti subiscono perdite a causa della fauna selvatica”, ha aggiunto Cicala.

L'assessore ha poi voluto esprimere il proprio ringraziamento all'Ufficio Foreste e Tutela del Territorio per l’impegno e il lavoro svolto con dedizione: “Gli uffici hanno lavorato alacremente per raggiungere l’obiettivo che ho affidato loro, ossia operare con metodo e dedizione per costruire un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione con il territorio. Questo approccio, basato sulla correttezza e sulla trasparenza, è fondamentale per affrontare le complesse sfide che ci troviamo davanti”.

“Pur operando in una congiuntura di criticità unica, affrontiamo questa sfida con competenza e senso di responsabilità, continuando a rispondere alle varie difficoltà. Le condizioni attuali non sono semplici, ma siamo convinti che solo con determinazione possiamo costruire un futuro migliore per la nostra terra. Profonderemo ogni sforzo, intellettuale e fisico, per lasciare ai nostri figli una regione più prospera e sicura rispetto a quella che abbiamo ereditato”, ha concluso Cicala.

Acque del Basento: “Parametri tutti nella norma”

Riunita l’unità di crisi idrica. I primi rilievi dell’Arpab, gli interventi previsti e le restrizioni

Il monitoraggio del Basento

La qualità delle acque del Basento non si discosta da quelle di qualsiasi altro invaso o sorgente prima dell’iter di potabilizzazione. In estrema sintesi è questa la conclusione a cui approda l’Arpab nella lettura dei dati del campionamento presentati oggi nel corso dell’unità di crisi. Quasi tutti i parametri presi in esame risultano inferiori alla concentrazione massima ammissibile. Il direttore tecnico scientifico Achille Palma precisa: “Abbiamo voluto, per estrema cautela, procedere tenendo conto due normative: la prima riguarda l’utilizzo dell’acqua per scopi potabili e la seconda inquadra lo stato di salute complessivo del fiume. Nel complesso, secondo l’Arpab, la situazione è tranquillizzante. Solo due leggeri superamenti, tensioattivi (0,3 rispetto a 0,2) e fosfati (2,8 rispetto a 0,7), sostanze che comunque potranno essere trattate dal potabilizzatore. Alla luce di quanto rilevato, l’acqua viene classificata in A2 e può essere destinata al consumo umano”. Palma, infine, sottolinea valori ampiamente sottosoglia di nichel e non sono state trovate tracce di Pfas (sostanze contenute in rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, contenitori per cibo, imballaggi). Al momento, con questi parametri, l’acqua può essere trattata dall’impianto di Masseria Romaniello e, quindi, utilizzata per scopi potabili.

Potabilizzazione

L’impianto di potabilizzazione è in grado di intercettare e trattare le sostanze rilevate dall’Arpab? Alla domanda posta dal commissario Bardi il direttore generale di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta, spiega che il potabilizzatore di Masseria Romaniello è assolutamente in grado di svolgere questo compito.

Tempistica dei rilievi

I rilievi dell’Arpab – che risalgono al 6 novembre scorso – richiedono almeno sette giorni di processamento prima di poter avere a disposizione dati attendibili e certificati. Considerando questa tempistica, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente intende effettuare un monitoraggio ogni lunedì per controllare lo stato di salute del fiume e informare puntualmente l’unità di crisi. Il commissario Bardi chiede di accorciare i tempi e di disporre un nuovo campionamento già nella giornata di domani.

 

 

Controlli di Acquedotto lucano

Acquedotto lucano ha pianificato tutti i giorni due campionamenti al “Camastrino” (la vasca delle acque di scolo ricavata nell’invaso del Camastra), all’ingresso e all’uscita del potabilizzatore. Disposto anche il controllo costante di tutti gli affluenti dei cinque depuratori che insistono sul fiume.

Controlli sugli scarichi lungo il Basento

Su richiesta del commissario Bardi, la Prefettura di Potenza ha convocato un vertice venerdì prossimo, alle 11, per mettere a punto un sistema di vigilanza costante lungo tutta l’asta fluviale per evitare e sanzionare scarichi abusivi.

I lavori sullo schema Basento-Camastra

Il cronoprogramma va avanti. Confermato da Acquedotto lucano che l’opera di sollevamento delle acque dal Basento, all’altezza di Castelmezzano e Albano di Lucania, sarà completato entro il 19-20 novembre 2024. Si stima in una portata di 400 litri al secondo. Il massimo da captare è di circa 750 litri al secondo.

Il contributo delle sorgenti della Val d’Agri

L’obiettivo è arrivare a una quota di 120-150 litri al secondo intervenendo sulle condotte, sulle vasche e sull’impianto di sollevamento che riguardano l’area dell’alta Val d’Agri.

Perdita a Brindisi di Montagna

Sulla perdita che si registra lungo la condotta che va dal Camastra al potabilizzatore di Potenza, all’altezza di Brindisi di Montagna, i tecnici di Acquedotto lucano hanno confermato la tesi del mancato intervento per ragioni di opportunità: la riparazione comporterebbe lo stop totale dell’erogazione idrica per almeno trenta ore, con la conseguente perdita di circa 5mila metri cubi di acqua. Uno scenario che si tradurrebbe in ulteriori disagi per i cittadini.

 

Restrizioni erogazione idrica

Non ci sarà un’ulteriore stretta. Il commissario Bardi ha disposto di proseguire nelle attuali restrizioni: tutti i giorni stop all’erogazione idrica dalle 18.30 alle 6.30 del mattino successivo, ad eccezione del sabato quando l’interruzione comincerà alle 23. Domenica ci sarà un’ulteriore valutazione per un nuovo calendario delle restrizioni.

Impegno e serietà, nessun allarmismo

Nessuna istituzione espone a rischi la salute dei cittadini. È suo compito proteggere la popolazione attraverso una serie di politiche mirate. Premessa che va ricordata a chi in questi giorni, in una caccia all’untore, parla di allarme sociale in relazione ai lavori che porteranno acqua dal fiume Basento alla diga del Camastra, i cui volumi idrici residui sono ai minimi storici (420mila metri cubi).  L’unità di crisi, presieduta dal commissario straordinario per l’emergenza idrica, Vito Bardi, comprende le preoccupazioni dei cittadini ma respinge le accuse di sciatteria, negligenza o pressapochismo, addirittura esponendo la comunità a condizioni che minerebbero la salute pubblica. “Saremmo i primi a evidenziare un rischio, un benché minimo fattore negativo. Facciamo il possibile – dice il commissario Bardi – per fronteggiare un’emergenza che non ha precedenti nella storia della Basilicata, mettendo in campo soluzioni tecniche frutto di studi e valutazioni di professionisti del settore. Continueremo a valutare il da farsi anche con il supporto di esperti nazionali”.

Cupparo: Confronto diretto con il massimo manager della società petrolifera francese sempre più necessario alla luce dell’attuale situazione insoddisfacente e per rilanciare i rapporti

Il “congelamento” della situazione che riguarda i lavoratori considerati in esubero per attività di servizi per conto della Total in attesa di un incontro che l’Assessore allo Sviluppo Economico Francesco Cupparo avrà con l’amministrazione delegato Total: è la conclusione del Tavolo della Trasparenza che si è tenuto nel pomeriggio al Dipartimento Sviluppo Economico della Regione.

Al tavolo, insieme all’assessore, una delegazione di sindaci dei 13 Comuni della concessione Tempa Rossa, rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, una delegazione della Total guidata dall’ing. Scisciolo, e di alcune aziende dell’indotto.

Nell’incontro, in aggiornamento al precedente del 10 ottobre, è stata condivisa la proposta dei sindacati di predisporre, a partire dall’inizio del nuovo anno, un piano di formazione per la ricollocazione dei lavoratori in esubero in nuove attività che saranno attuate. Una proposta – ha detto Cupparo – che è finalizzata ad individuare profili e figure professionali richiesti dal mercato del lavoro nel comparto oil e in quello dell’indotto che registrano difficoltà di reperimento. Sono certo che nell’incontro con l’ad Total, al quale ho chiesto partecipi una delegazione ristretta di sindacati e sindaci – ha continuato l’assessore – sarà possibile affrontare a 360 gradi tutte le problematiche presenti e future dell’attività in concessione della Total. E’ un confronto diretto con il massimo manager della società petrolifera francese sempre più necessario alla luce dell’attuale situazione insoddisfacente e per rilanciare i rapporti. Si tratta di programmare già oggi le esigenze occupazionali in previsione dell’entrata in funzione del nuovo pozzo Gorgoglione 3 e di conseguenza l’incremento di attività del Centro Oli di Guardia Perticara. Cupparo ha colto l’occasione per chiedere un report aggiornato delle imprese impegnate attualmente e dei livelli occupazionali e di accelerare il programma di lavori del Centro Ced (Droni). Intanto – ha detto – ci occuperemo di sistemare l’area dove sorgerà il Centro Ced con i necessari servizi, da quelli di viabilità all’illuminazione, ecc.

Il "Fasoldotto", il pasticciotto della Val d'Agri-  così chiamato perché all'interno dello scrigno di pasta frolla, oltre alla crema pasticcera è presente uno strato di ‘Fasoldo', la prelibata crema dolce di fagioli di Sarconi Igp - è stato presentato ieri al Kiris di Viggiano. Ad idearlo e realizzarlo  il maestro pasticciere di Campi Salentina Angelo Bisconti insieme al progetto itinerante "Il pasticciotto incontra i territori”. “Questa crema di fagiolo– ha detto il maestro impegnato a valorizzare le eccellenze agroalimentari delle 20 regioni italiane – è una vera e propria eccellenza che non avevo mai provato prima per la pasticceria. Penso di aver valorizzato un prodotto di questo territorio con un dolce della migliore tradizione di arte bianca salentina”. L'imprenditrice Vittoria Scote che dal 1997 produce la confettura nel suo laboratorio ha sottolineato che “è una miscela di fagioli che hanno un sapore gustoso”, mentre Maria Lauria, presidente del Consorzio Fagiolo Sarconi Igp, ha  evidenziato il grande successo di partecipazione all’ultima Sagra del 18 e  19 agosto. Ad accettare la “sfida” del maestro pasticciere salentino è stato, per primo Michele Tropiano che ha parlato di “ponte tra Salento e Val d’Agri-Basilicata”. “Per rafforzare il legame Puglia-Val d’Agri ho accettato la scommessa di realizzare un dolce che mettesse insieme produzioni delle nostre due regioni. Un pensiero a tutti i turisti pugliesi che in albergo a colazione troveranno il”Fasoldotto” e una nuova opportunità di promozione turistica della valle. Due territori del Mezzogiorno diversi per cultura e tradizioni che si incontrano nel Fasoldotto, un dolce che come sottolinea il maestro Bisconti certamente sorprendera' anche i palati piu' raffinati". Tropiano ha rilanciato l’offerta di itinerari enogastronomici della Val d’Agri e gli appuntamenti tradizionali tra i quali le Sagre del Canestrato di Moliterno, del Fagiolo Igp di Sarconi, della Munnaredda (Castagna) di Tramutola sottolineando che il turismo di prossimità e nello specifico quello pugliese è il più affezionato alla Val d’Agri e alle aree più interne della regione e rappresenta il migliore target per l'ospitalità tuttol'anno. Il sindaco di Viggiano Amedeo Cicala per primo ha assaggiato il dolce: “Creare qualcosa di nuovo grazie allo spirito imprenditoriale è la strada giusta per legare prodotti-territorio-turismo. L’auspicio è che dopo il ferricello viggianese e altre prelibatezze locali anche questo dolce possa in breve tempo entrare a far parte di quel cibo che a Viggiano si deve per forza assaggiare”. Un’operazione destinata ad avere riflessi e ricadute dirette ed indirette sull’intera economia locale, come ha sottolineato il presidente di Confcommercio Potenza Angelo Lovallo riconoscendo la “grande intuizione” di Tropiano. “Abbiamo sempre creduto – afferma – che la filiera turistica produce ricchezza all’economia locale e alle attività tutte di ristorazione ed ospitalità”. Valentina Sbarra, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Sarconi, si dice soddisfatta della nuova creazione dolciaria che arricchisce le possibilità di impiego del fagiolo.

Per l’assessore regionale alle Politiche Agricole Carmine Cicala – che ha concluso l’incontro - “il turismo enogastronomico con i suoi itinerari nei territori dove si producono prodotti di qualità, dop, igp, a denominazione comunale, doc,  è una grande occasione per le nostre aziende agricole ed agrituristiche”.

Il maestro pasticciere salentino – che ha già ideato il  "Maiellotto", il pasticiotto della Maiella con all'interno confettura d'uva Montepulciano d'Abruzzo – proseguirà il suo itinerario. Intanto ha consegnato al Presidente di Federalberghi Potenza Michele Tropiano la ricetta ufficiale del Fasoldotto che potrà essere prodotto negli alberghi, nei ristoranti e nelle pasticcerie della Basilicata. 

Martedì, 12 Novembre 2024 16:56

Presentata 23edizione Festival di Potenza

Una serata di spettacolo di musica con 22 artisti e differenti generi musicali, ma anche di cultura (poesie sulla città), magia, cabaret: sono gli ingredienti del “Festival di Potenza” che è stato presentato a Palazzo della Cultura di Potenza dal direttore artistico Mario Bellitti, insieme al “testimonial” della 23/a edizione Michele  Pecora, il maestro-chitarrista e ricercatore Graziano Accinni e l’assessore comunale alla Cultura  Roberto Falotico. La manifestazione - che si svolgerà sabato 16 novembre presso il “Centro teatrale polivalente” nel rione Malvaccaro – è una vetrina per artisti, giovani talenti con l’obiettivo di contribuire alla crescita culturale e all’attrazione turistica del capoluogo. Michele Pecora ha spiegato il suo percorso artistico-culturale da “Era lei” (1989) che ne ha segnato il successo di cantante alla direzione di orchestra al Festival di Sanremo 1995 (condotto da Baudo) alle collaborazioni con artisti, musicisti, produttori. Nel 2019 ha vinto “Ora o mai più” programma tv condotto da Amadeus che ha avuto lo scopo di “ridare valore e dignità” ad artisti degli anni passati. “Per me – sottolinea – è stato il riconoscimento per una traccia che ho lasciato nel mio impegno artistico. Un ponte tra passato e presente e mi auguro il futuro”. Pecora sta dedicando impegno per la letteratura: negli ultimi anni ha vinto quattro premi tra i quali il Festival dei Due Mondi e la Biennale di Venezia. “Ho sempre ritenuto – ha spiegato – che la canzone, come il libro, è un messaggio che per me ha caratterizzato l’abbandono del mio paese, Agropoli, come tanti ragazzi di allora e di oggi e di tematiche di attualità”. Graziano Accinni, dopo 25 anni di collaborazione con Mango, da tempo si occupa di ricerca di canti popolari e devozionali lucani. “Quest’anno il concerto “Canto Minimo” a Parigi su invito dell’Istituto della Cultura Italiana in Francia  - ha detto – ha segnato una tappa importantissima dopo quelle fatte con gli Etnos in Cina ed altre”. Per l’assessore Roberto Falotico “la passione, la tenacia e l’impegno di Mario Bellitti, patron e direttore del Festival, hanno consentito la prolungata esperienza di un Festival di cui la città deve sentirsi orgogliosa e deve quindi sentire suo. Uno sforzo di organizzazione, promozione che – ha aggiunto – è ancora più significativo tenuto conto che Bellitti non ha potuto contare sul sostegno del pubblico. Per questo è nostra volontà costruire un Progetto da sostenere candidandolo a finanziamento della Regione. La città ha una memoria corta ed invece deve ritrovare la sua identità culturale come accadrà con la sezione del Festival dedicata a Michele di Potenza e alle canzoni popolari. Il Festival è dunque – ha affermato Falotico – un punto di ripartenza per la programmazione culturale”. Tra gli altri artisti presenti, i Fantastic Fly, tribute Pooh da molti anni, Pino Persino, l’icona della musica italiana Valerio Liboni. Per la magia Cripton Magic – The Mentalist e per il cabaret Antonio Fiorillo. Due soli di Potenza: la giovane band Anestesia e Teresa Laurita. Una novità significativa di quest’anno è l’inserimento del Festival di Potenza all’interno del cartellone letterario autunnale del Comune. Questo connubio tra musica e poesia consentirà di ampliare l’offerta culturale della manifestazione, includendo spazi dedicati alla poesia con il dicitore-pittore Michele Ascoli, che celebrano la città e il suo patrimonio. Gli spettatori  avranno l’opportunità di assaporare l’arte in tutte le sue forme, dalle melodie degli artisti emergenti alle parole dei poeti, creando un’atmosfera di dialogo e interazione. Bellitti ha evidenziato il lavoro di preparazione svolto riconoscendo all’assessore Falotico di “credere nell’iniziativa” e di sostenere l’impegno per farla crescere. Ci siamo candidati a diventare il Festival capo fila dei Festival del Sud continuando un percorso che già ci vede presenti a Festival in Campania, Puglia e Calabria per selezionare giovani talenti espressione di quei Festival. Il patron ha ricordato che il Festival è ripreso e distribuito in Italia e all’estero attraverso numerose emittenti televisive con l’intento di far arrivare il nostro spettacolo nelle case degli italiani.

Martedì, 12 Novembre 2024 16:54

Professioni Stem, superare il gap gender

Le consigliere di parità della Regione Basilicata, Ivana Pipponzi e Rossana Mignoli, hanno incontrato Caterina Salvatori, la giovane lucana e più giovane laureata d’Italia in ingegneria aerospaziale. Il suo traguardo negli studi è una “preziosa conquista di genere per le giovani donne lucane”.

“E’ motivo d’orgoglio” e “preziosa conquista di genere” il traguardo raggiunto “con studio e passione” da Caterina Salvatori, la giovane lucana e più giovane laureata d’Italia in ingegneria aerospaziale. Sono queste le parole di plauso che la consigliera regionale di parità Ivana Pipponzi, insieme alla consigliera supplente Rossana Mignoli e alla presidente della pro loco di Ruvo del Monte Serena Grieco, ha voluto esprimere alla neo ingegnera, consegnandole in un incontro una menzione d’onore.  In Italia sono ancora in salita le strade per le donne che decidono di intraprendere le professioni Stem, acronimo di Science, Technology, Engineering e Mathematics, cioè quelle discipline a elevate competenze tecnico-scientifiche fondamentali nella nostra epoca.  Il gender gap comincia già al momento della scelta universitaria e prosegue nel mondo del lavoro. E’ perciò più che mai necessario – è stato evidenziato nell’incontro - lavorare per abbattere gli stereotipi di genere, con percorsi mirati a cominciare dalla scuola e dalla famiglia.  Le professioni Stem rappresentano il futuro e saranno predominanti nel mercato del lavoro. Rompere i pregiudizi significa consentire alle donne di superare la marginalità ed esprimere tutto il loro potenziale anche nelle professioni considerate a torto “per gli uomini”.

“La dottoressa Salvatori ha dimostrato una straordinaria capacità di affrontare le sfide complesse e insidiose nel campo delle discipline Stem. Con il suo esempio – hanno evidenziato le consigliere di parità – ha sicuramente contribuito a sdoganare l’ambito di studio tecnico-scientifico spesso considerato appannaggio maschile, presentandosi come modello femminile di successo capace di superare ostacoli sociali e culturali”.

Martedì, 12 Novembre 2024 16:53

Vertenza CallMat: incontro in Regione

Cupparo:  “La Regione non lascerà nulla di intentato per scongiurare perdite di posti di lavoro e di unità produttiva”

Per individuare un percorso di soluzione alla vertenza CallMat, l’Assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro Francesco Cupparo, in occasione del Tavolo convocato il prossimo 14 novembre dal Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso a Roma su Stellantis, chiederà allo stesso Ministro che la Regione Basilicata partecipi alla riunione già convocata per il 27 novembre prossimo su una questione analoga che riguarda la Regione Calabria. E’ la conclusione dell’incontro che si è tenuto oggi al Dipartimento presieduto dall’Assessore Cupparo con la presenza di dirigenti CallMat (amministratore Fernando Giustini in remoto e Arianna Cancellieri in presenza), di dirigenti dei sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil, Ugl, del Presidente della Provincia di Matera Francesco Mancini e del consigliere regionale Michele Napoli.

Nell’incontro è stato fatto il punto della vertenza determinata dalla riduzione di commesse Tim a CallMat che – secondo quanto hanno riferito i sindacati - ha già annunciato  129 esuberi a breve con la prospettiva di altri 100 esuberi . L’assessore ha ribadito che la Regione non lascerà nulla di intentato per scongiurare perdite di posti di lavoro e di unità produttiva evidenziando che la mono-commessa di CallMat pone non pochi problemi di prospettiva e che la vertenza deve trovare un tavolo governativo ed interlocutori nazionali.

Inoltre, è stato fatto riferimento ai risultati dell’incontro del 26 marzo a Roma, nella sede del Mimit, tra il ministro Urso, il ministro del lavoro Marina Calderone, e le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc e Snater, presente anche la Regione Basilicata. In quell’occasione è stata esaminata la possibilità di ricorrere ad un piano di riqualificazione professionale dei lavoratori call center Tim – che anche in altre regioni sono interessati da riduzione di commesse - per servizi di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. L’assessore, in proposito, ha sostenuto che si tratta di un progetto pilota del Governo, con benefici diretti su cittadini ed imprese, da approfondire per valutarne l’attuazione in relazione alla vertenza dell’azienda che opera a Matera.

A partire da giovedì 14 novembre, nei quartieri di Lanera, Serra venerdì e Spine Bianche, saranno installati tre totem temporanei ideati come presidi di ascolto per accogliere istanze, proposte e desideri espressi dalle comunità residenti.

L’iniziativa “La voce dei quartieri di Matera” nasce a supporto della redazione delle schede norma, promossa dal Comune di Matera con l’obiettivo di rigenerazione urbana, architettonica, sociale e culturale dei quartieri storici di Lanera, Serra venerdì, e Spine Bianche.

Le schede norma - curate da DeAssociati Studio di progettazione urbanistica e CITERA Centro di ricerca interdipartimentale Territorio Edilizia Restauro e Ambiente Sapienza Università di Roma - sono redatte da un gruppo di ricerca interdisciplinare coordinato da Georg Josef Frisch e da Spartaco Paris, e prevedono la definizione di norme di attuazione volte all’adeguamento funzionale, tecnologico, energetico e strutturale, tanto alla scala del quartiere quanto a quella dell’edificio, compatibili con la salvaguardia dell’impianto urbanistico originario e del patrimonio architettonico che caratterizza ciascuno dei tre quartieri.

Il processo di definizione di strategie, metodi e strumenti, volti a indirizzare la gestione e la trasformazione dei tre quartieri, non può prescindere dal coinvolgimento degli abitanti e dal loro ascolto e, in questa prospettiva, con l’intento di instaurare un dialogo con le comunità presenti, è stata coinvolta la Fondazione Gianfranco Dioguardi, da sempre impegnata nell’attivazione di percorsi di partecipazione attraverso i programmi Laboratori di Quartiere e Cantiere-evento.

A supporto delle attività sono state ideate, in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata, tre strutture temporanee, progettate da Carlo Picerno, nell’ambito della sua tesi di laurea magistrale in Architettura seguita dai docenti Francesco Maggiore e Chiara Rizzi. Si tratta di tre dispositivi di ascolto che hanno lo scopo di instaurare un dialogo con gli abitanti attraverso molteplici funzioni: possono infatti essere utilizzati come espositori di fotografie, lanterne urbane, amplificatori di suoni e messaggi, lavagne per appunti, cassette postali, nonché punti di distribuzione di cartoline.

Le strutture sono realizzate in tubolari multidirezionali da ponteggi, grazie alla collaborazione di Giuseppe Andrisani della Dmg, e sono rifiniti con materiali da cantiere. L’esposizione fotografica contempla un dialogo tra immagini d’archivio, selezionate da un gruppo di ricerca guidato da Maria Clara Ghia, e fotografie contemporanee realizzate da Carlo Vannini.

Una macro cassetta postale integrata nei totem consentirà di accogliere messaggi, lettere e cartoline da parte degli abitanti che saranno sollecitati, anche attraverso un questionario da compilare in forma anonima, a rilasciare opinioni sul proprio quartiere. Nelle ore serali i tre dispositivi saranno illuminati grazie alla collaborazione dell’azienda Acmei, e potranno assumere la funzione di lanterne urbane a servizio del contesto.

La restituzione delle dinamiche demografiche, sociali ed economiche dei singoli quartieri prevede forme di audit diretto degli abitanti insediati (interviste, riunioni, esplorazione dei quartieri, workshop, laboratori), da ripetersi preliminarmente alla definizione della disciplina attuativa, al fine di restituire in maniera condivisa il quadro dei fabbisogni reali delle comunità insediate.

Tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è anche quello di informare gli abitanti stimolando la consapevolezza che abitare in quartieri di così rilevante importanza storica, architettonica e urbana, rappresenti un privilegio e un valore.

Il programma si avvale del coinvolgimento di realtà legate al territorio, associazioni, enti del terzo settore e stakeholder, al fine di avvalersi di un prezioso e necessario supporto da parte di chi quotidianamente opera in queste realtà; al momento hanno aderito diversi partner, tra questi: Nature City Lab, IdD Istituto del Design di Matera, Quartarella, Consorzio Materahub Industrie Culturali e Creative, RegenerAction Erasmus+ project, Associazione Quartiere Lanera, Io sto con te OdV Matera, Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, Poesia in Azione, MUV Matera Museo Virtuale della Memoria Collettiva.

Durante la permanenza delle tre installazioni urbane saranno promosse diverse iniziative finalizzate all’interazione tra progettisti e abitanti. Tra le attività sono previste: la raccolta di memorie e testimonianze (in forma scritta e verbale); il racconto dei luoghi sia dal punto di vista storico e urbanistico sia da quello sociale e progettuale; laboratori creativi finalizzati alla definizione di possibili proposte da attuare nelle schede norma.

L’evento inaugurale avverrà in tre momenti distinti tra il 14 e il 15 novembre nel seguente ordine: giovedì 14, ore 16:00, quartiere Serra Venerdì, Viale Francesco Saverio Nitti; venerdì 15, ore 10:30, quartiere Lanera, Viale della Quercia; venerdì 15, ore 15:00, quartiere Spine Bianche, piazzale antistante Chiesa Papa San Pio X. Per ciascun quartiere sono previsti incontri con i residenti, organizzati e gestiti con il supporto delle realtà locali: Serra Venerdì vedrà la collaborazione di Materahub, Lanera dell’Associazione di quartiere Lanera, mentre Spine Bianche si avvarrà del supporto dell’Associazione di volontariato Io sto con te. A sostegno delle attività laboratoriali prenderanno parte anche i ragazzi dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco delle sezioni regionali Puglia e Basilicata.

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Le schede norma

Le schede norma sono redatte ai sensi degli articoli 15 e 16 della legge regionale 23/1999. Sono finalizzate alla rigenerazione socio-economica e alla salvaguardia dei valori storico-testimoniali dell’architettura e dell’urbanistica. Hanno l’obiettivo di definire, per ciascuno dei quartieri, la disciplina urbanistico-edilizia delle trasformazioni con un particolare riguardo alla loro sostenibilità ambientale e sociale.

Si tratta di un progetto urbanistico alla piccola scala, capace di individuare sia le linee generali di assetto, sia le regole di intervento alla scala di ciascun quartiere. Una visione attenta dello spazio urbano ed edilizio, capace di tessere una tela di ricucitura dei beni comuni e dei volumi edilizi, aderente alle esigenze della vita quotidiana.

Gli interventi sul patrimonio architettonico e sullo spazio pubblico saranno definiti attraverso la redazione di abachi, con riguardo agli elementi di salvaguardia, alle regole di trasformazione, alle soluzioni tecnologiche, nonché a materiali, colori e finiture delle singole componenti, pubbliche e private, definendo un manuale di buone pratiche per il riuso, la riqualificazione, il restauro, anche ricorrendo a tecniche per l’edilizia sostenibile.

Le linee di intervento che saranno elaborate all’interno delle schede terranno in adeguata considerazione la dualità tra spazio pubblico e dimensione privata; rifletteranno la considerazione dell’età degli edifici e delle esigenze di sostenibilità ambientale (riduzione dei consumi energetici e di emissioni di anidride carbonica) e di adeguamento funzionale; si elaboreranno strategie di intervento per gli spazi aperti, luoghi di qualità ancora riconoscibile, che facilitino la gestione condivisa con gli abitanti e l’aggiornamento degli usi e dei modi di vivere la città.

Visione, programmazione e cabina di regia unica per invertire la marcia sulle risorse idriche e dare il via a nuove politiche infrastrutturali, partendo prioritariamente dalla messa in sicurezza delle aree più esposte al rischio di alluvione o di siccità con priorità a quanto sta accadendo in Basilicata. Questo il messaggio lanciato dal convegno “Acqua: le nuove sfide da affrontare in agricoltura” organizzato da Cia-Agricoltori Italiani, in collaborazione con Anbi, a Bologna.

Per i problemi di emergenza idrica che vive la nostra regione è stata un’occasione per mettere nero su bianco, con le istituzioni e il mondo accademico e della ricerca, i dati sulla crisi climatica e ripensare proposte e soluzioni più moderne ed efficienti.

In Basilicata, l'acqua presente nei serbatoi è solo il 15% di quella invasabile; a seguito di un'ulteriore riduzione di oltre 5 milioni di metri cubi il gap con il 2023 è salito a quasi 150 mln. mc.

Negli ultimi 5 anni, in Italia, piogge intense e grandinate sono cresciute fino al 400%, investendo soprattutto il Centro-Nord, mentre in regioni come la Basilicata e Sicilia le precipitazioni attualmente sono decisamente al di sotto della media degli ultimi 20 anni, sino al 50% in meno. Senza contare che proprio l’Italia, con oltre 90 miliardi di euro di danni subiti in 40 anni, risulta uno dei Paesi più martoriati da eventi metereologici estremi.

“Lo squilibrio climatico, troppa acqua o troppo poca, ha generato zone fragili che oggi sono a rischio abbandono -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Per questo dobbiamo mettere in campo una strategia comune e integrata per tutelare un bene prezioso come l’acqua, salvaguardando al contempo agricoltura e territorio”. In questo senso, secondo Cia, ci sono almeno cinque azioni da adottare con urgenza: dare priorità negli interventi di messa in sicurezza alle zone a più alto rischio naturale; definire e avviare subito un nuovo Piano nazionale per la crescita dei grandi invasi da considerarsi integrati, e non alternativi, ai piccoli invasi; accelerare sul riutilizzo delle acque reflue, favorendo gli investimenti e le infrastrutture necessarie al riuso agricolo; approvare finalmente una legge contro il consumo di suolo agricolo, visto che si continua a cementificare 2,4 metri quadrati di suolo al secondo; incentivare le funzioni di custodia e manutenzione del territorio svolte dagli agricoltori attraverso un quadro normativo chiaro e definito. “Tenere i produttori nelle aree rurali e interne -ha ribadito Fini- significa difendere l’agricoltura Made in Italy, evitare lo spopolamento e, soprattutto, prevenire il dissesto idrogeologico”.

E un ruolo essenziale nella gestione delle risorse idriche è sicuramente quello dei Consorzi di Bonifica, come ha spiegato il presidente nazionale dell’Anbi, Francesco Vincenzi: “L’acqua non è più solo un problema dell’agricoltura, oggi la sua gestione riguarda tutti, perché è legata alla sicurezza dei territori. Questo significa fare un passaggio culturale importante e smettere di lavorare solo sull’emergenza, ma cominciare a pianificare”. Per Anbi, insomma, di fronte ai cambiamenti climatici bisogna agire subito con opere di adattamento e manutenzione ordinaria e straordinaria, quindi programmare nuovi impianti idrovori per sostituire in alcune zone strutture obsolete non più adeguate al presente, anche utilizzando pienamente le risorse europee. “Siamo fermi all’11% di acqua trattenuta, contro il 35% della Spagna e di altri Paesi Ue -ha aggiunto Vincenzi-. L’acqua deve diventare un elemento di competitività per il nostro agroalimentare, riducendo le tempistiche e usando meglio digitalizzazione e innovazione sui cantieri. Certamente il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI), che prevede investimenti di 10 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, potrebbe portare avanti l’Italia con una visione di medio e lungo termine progredita ed efficace. Ma dobbiamo essere uniti e lavorare insieme”.

Una sfida già raccolta da Cia: “Se dobbiamo pensare al futuro dell’Italia, dobbiamo attrezzarci per aumentare la sicurezza idrogeologica e le riserve idriche -ha concluso Fini- e vogliamo farlo con l’Anbi, che è il primo patrimonio comune di noi agricoltori”.      

I lavori per portare acqua nel Camastra e il caso Brindisi di Montagna

 

Il commissario per l’emergenza idrica, Vito Bardi, continua a seguire costantemente l’evoluzione della crisi che riguarda il bacino Basento-Camastra. Domani, nel corso della nuova riunione dell’unità di crisi (ore 16 nella Sala Verrastro), farà il punto della situazione con tutti i soggetti in campo in ordine a tre temi: l’andamento dei lavori per la costruzione del sistema che consentirà di alimentare il Camastra con le acque prelevate dal Basento; le garanzie sulla qualità dell’acqua e sulla tutela della salute dei cittadini; la situazione delle perdite idriche, a cominciare dalla rottura della condotta, nei pressi di Brindisi di Montagna, che porta acqua dall’invaso al potabilizzatore di Masseria Romaniello.

I lavori sull’alveo del Basento, ai piedi di Castelmezzano e Albano di Lucania, procedono secondo il cronoprogramma stabilito con l’obiettivo di completare l’opera entro il 19 novembre prossimo.

Quanto alla perdita di Brindisi di Montagna, il commissario Bardi ha appreso che si tratta di una criticità già presente, amplificata dalla carenza idrica di queste settimane. Oggi una riparazione, secondo i tecnici di Acquedotto lucano, sarebbe inopportuna: occorrerebbe interrompere completamente il flusso idrico, svuotare la condotta (perdendo circa 5.000 metri cubi di acqua), ripararla e ricaricarla. L’operazione richiederebbe non meno di due giorni durante i quali l’erogazione idrica dovrà essere interrotta, creando ulteriori disagi ai 140mila cittadini dei 29 comuni serviti dal Camastra. Nel bilancio idrico di distribuzione, considerata l’attuale emergenza, la perdita è considerata da Acquedotto lucano “tollerabile” anche perché l’acqua che sgorga dalla condotta si riversa nel Basento e, quindi, con il nuovo progetto di collegamento Basento-Camastra, sarà recuperata. S’interverrà sulla condotta non appena ci saranno le condizioni necessarie.

In relazione ai controlli della qualità dell’acqua del Basento che, come noto, sono di competenza di Arpab, Acquedotto lucano e Asp, sarà loro cura tenere informato il commissario Bardi sulla garanzia per l’uso potabile o per altri usi laddove si rendesse necessario. Domani, al tavolo dell’unità di crisi, sono attesi i primi dati dell’Arpab. La popolazione sarà costantemente informata sull’evoluzione della crisi idrica e su tutte le iniziative e le necessità che, via via, saranno utili condividere.

Si continua a invitare i cittadini ad un uso responsabile dell’acqua, nella certezza di poter contare sul senso di responsabilità della comunità interessata.

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