Grande novità per la terza edizione del Premio Rossetti Montano che ha visto Corleto nei giorni scorsi piazza protagonista di questa importante rassegna internazionale. Per la prima volta è stato conferito un duplice riconoscimento del Premio Montano nella cerimonia svoltasi il 22 giugno. Nicola Scaldaferri, ricercatore di tradizioni musicali italiane in particolar modo lucane e Enzo Vinicio Alliegro, distintosi nelle università mondiali, scrittore di oltre 100 opere e vincitore del premio Carlo Levi 2024, sono stati gli artisti in prima linea che hanno ricevuto il Premio. I due premiati sono stati riconosciuti dopo aver preso parte di un convengo in piazza dal titolo “Friemer l’arpa ho sentito per via. Recupero e rivivificazione della tradizione musicale lucana: ricerca e buone pratiche”, in cui insieme ad altri esperti del settore hanno espresso il grande valore teorico e pratico dell’arpa come mezzo di espressione che lega diverse generazioni. In occasione della cerimonia Premio Montano, si è esibito il pianista Antonio Di Palma, i fratelli Sangineto, Piero Gallina ed infine il quintetto “Lucia Paradiso & friends”. Conferito il Premio alla carriera al violinista Giuseppe Gibboni, che ha portato in Italia il Premio Paganini dopo 24 anni, e ad Elèna Vallebona, prima arpa del teatro San Carlo di Napoli. Rientrano invece del Premio eccellenze lucane: Simone Spadino Pippa, violinista lucano, e Lucia Paradiso, pianista lucana. Giampaolo D’Andrea ha ricevuto la menzione di merito e Rocco D’Amato la menzione speciale: in merito all’impegno politico di Pietro Paolo Montano. Premio Musicale di Parità conferito da Ivana Pipponzi, consigliera di pari opportunità, alla violoncellista lucana, Giovanna D’Amato. L'evento si è concluso nella sera del 23 giugno con l'esibizione dell'ensemble dell'arpa viggianese diretta dalla docente Sara Simari, nella Chiesa Madre di Corleto Perticara, che ha visto la presenza di un pubblico gremito e affascinato.
"Anche le imprese lucane potranno continuare a beneficiare della decontribuzione Sud ".
Così il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Vito Bardi, che nel congratularsi con il Ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il PNNR, Raffaele Fitto, lo ringrazia per aver ottenuto dalla Commissione europea la proroga della misura fino al prossimo 31 dicembre.
"Si tratta di una iniziativa importante che darà un grande contributo all'economia di tutte le regioni meridionali, anche della Basilicata. Le ricadute positive sui livelli occupazionali saranno tangibili e incoraggianti. Ci auguriamo che il dialogo avviato dal Governo italiano con la Commissione europea giunga alla definizione di uno strumento più mirato e a lungo termine, capace di attrarre nuovi investimenti nei nostri territori ".
Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di confisca di prevenzione, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, presieduta dalla dott.ssa Giulia Romanazzi, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Giuseppe Di Cosimo, cl. 55, pluripregiudicato per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, già sorvegliato speciale di p.s., ritenuto capo dell’omonimo clan operante nel quartiere di Bari - Madonnella.
Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in 300 mila euro ed è rappresentato da una lussuosa villa ubicata a Bari frazione Torre a Mare. L’odierno provvedimento emesso dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Bari, accoglie la proposta della DDA della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe il compendio del traffico di droga.
L’importante risultato odierno - frutto dell’attività condivisa della magistratura e delle componenti investigative specializzate nello specifico settore delle indagini patrimoniali - rappresenta una conferma ulteriore dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata attuata non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e repressione, ma anche attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie.
Un seminario informativo/formativo sull’uso delle teleferiche forestali si è tenuto questa mattina presso la “Sala Basento” della Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, organizzato dall’Ufficio Foreste e Tutela del Territorio in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Si tratta di una tecnica di lavoro, l’esbosco con teleferica, diffusissima sulle Alpi con oltre 350 impianti, mentre ancora poco diffusa nell’arco appenninico.
L’Assessore al ramo, Alessandro Galella, ha sottolineato l’importanza del confronto con gli operatori forestali e con coloro che operano nel settore, al fine di comprendere le motivazioni dello scarso utilizzo. “La diffusione delle teleferiche forestali anche nei nostri territori consentirebbe una programmazione più ampia con l’inserimento di specifiche attività formative sia per i professionisti, che acquisirebbero conoscenze nella progettazione, che per gli utilizzatori che ne valuterebbero i benefici economici per promuoverne un uso corretto e razionale”, ha dichiarato Galella.
Il Dr. Raffaele Spinelli, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha illustrato i principi di funzionamento delle teleferiche forestali, offrendo una carrellata dei prodotti presenti sul mercato (tipi, modelli e prezzi) e fornendo indicazioni su come progettare una linea semplice (profilo, tensione, portata ed ancoraggi).
L’invito è stato rivolto anche alle ditte boschive delle altre regioni meridionali, atteso che diverse sono quelle che operano nel nostro territorio, continuando così il cammino intrapreso con il progetto ForItaly, nato dalla collaborazione tra le diverse regioni italiane e che ha rappresentato il primo ed importante risultato della cooperazione interistituzionale attivatasi grazie al "Testo unico in materia di foreste e filiere forestali" (d.lgs. 34/2018).
“L’incontro, ha concluso l’Assessore, è anche l’occasione per approfondire i bisogni delle aziende del comparto, fondamentale anche per calibrare e predisporre i bandi a valere sul PSR e CSR Basilica, che prevedono specifiche misure per l’ammodernamento e il miglioramento degli investimenti volti a favorire la crescita del settore forestale, promuovendo l’innovazione tecnica e di processo.”
Le disponibilità di acqua nelle principali dighe lucane ad oggi è di circa 200 milioni di mc in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno 2023.
Tali risultanze sono particolarmente allarmanti soprattutto per il settore agricolo e per gli effetti negativi che si potrebbero ripercuotere sugli areali asserviti.
La situazione preoccupa molto gli Agricoltori anche in ragione del fatto che i livelli d’invasamento registrati ad oggi sono i peggiori degli ultimi 15 anni, bisogna ritornare al 2008 per registrare livelli di invasamento al disotto di quelli presenti oggi, infatti al 2008 i milioni di mc presenti erano 285.
In termini assoluti oltre alla netta contrazione delle disponibilità rispetto allo stesso periodo del 2023, i livelli invasati ad oggi nelle principali dighe lucane si attestano a 288 milioni di mc, circa 56 milioni di mc in meno nel raffronto con giugno del 2020 anno nel quale i volumi di risorsa invasata si attestarono a circa 334 milioni di Mc e 3 milioni di mc in più nel rapporto con l’anno 2008 anno nel quale furono invasati solo 285 milioni di mc.
Abbiamo citato l’anno 2008 e l’anno 2020 in quanto sono state quelle che vengono ricordate come le due annualità nelle quali è stato rilevato un bassissimo indice di piovosità e di rimando ridotti livelli di accumulo della risorsa idrica nelle principali dighe lucane.
In ragione del quadro rappresentato, considerate le temperature in atto e le previsioni che tendono a confermare ulteriori settimane con modestissimi indici di piovosità è necessario assumere ogni utile soluzione volta a favorire un uso razionale e mirato dell’acqua.
Tutti siamo chiamati ad agire con consapevolezza e responsabilità, a partire dall’uso potabile e contestualmente agli usi irrigui in agricoltura, senza dimenticare in questi periodi gli altri usi a partire da quello turistico.
In merito al comparto agricolo è indispensabile oltre che doveroso adottare tempestivamente un piano di utilizzo che tenga conto delle disponibilità effettive, prevedendo eventuali correttivi e interventi compensativi che salvaguardino le colture in atto e fornisca precise indicazioni in relazione alle seconde e nuove colture.
Bene ha fatto il Consorzio di Bonifica ad allertare tutte le autorità preposte affinché non solo vengano confermate i quantitativi di acqua richiesti e concordati al tavolo interistituzionale per il governo della risorsa idrica in modo da non creare disagi ai piani coltura in corso a partire da quelli destinati agli areali del nord della Basilicata.
Come CIA Agricoltori chiediamo inoltre che si autorizzi il Consorzio ad effettuare tutte le manovre e le operazioni di spostamento/scarico di volumi di risorse attivabili fra gli schemi lucani in modo da poter compensare esigenze e disponibilità con manovre di integrazioni fra areali del territorio lucano.
Questo permetterebbe di affrontare e risolvere alcune situazioni emergenziali in particolare negli areali asserviti dalla diga di S. Giugliano che oggi presentano situazioni di evidenti difficoltà, intervenire per risolvere alcune evidenti criticità negli areali della Valle dell’agri e come innanzi citati l’area del Vulture lavellese.
In ragione di quanto suesposto come CIA Agricoltori chiediamo che venga istituito il tavolo di crisi per la gestione della risorsa idrica a cui far partecipare anche le Organizzazioni Professionali agricole maggiormente rappresentative.
Piena disponibilità a collaborare fornendo tutto il nostro contributo per gestire al meglio questa complessa fase che richiede appropriate ed equilibrate soluzioni in materia di utilizzo e uso della risorsa acqua, bene sempre più prezioso e vitale per Cittadini ed imprese.
In ogni caso non possiamo sottrarci nel rimarcare ancora una volta l’importanza di procedere con grande solerzia al completamento o all’avvio dei lavori che riguardano gran parte delle strutture e delle reti presenti nella nostra Regione.
Urge farlo anche in ragione dei finanziamenti previsti a livello nazionale ed Europeo di quelle disponibili e di quelle che bisogna ulteriormente intercettare.
Riteniamo visto quanto emerge anche con una certa ciclicità di effettuare che oggi bisogna adoperarsi senza riserve sul versante delle opere funzionali all’accumulo e alla distribuzione della risorsa idrica con grande impegno da parte di tutti a partire dalle Istituzioni Regionali per elevare la qualità dei servizi nella filiera dell’oro blu e per il futuro di gran parte della nostra economia.
Abbiamo bisogno in primis visto anche gli effetti dei cambiamenti climatici di poter contare su invasi e strutture connesse oltre alle reti che devono funzionare a pieno regime.
Purtroppo ad oggi non è cosi, sia sugli invasi principali come Montecotugno, Pertussillo, Camastra e San Giuliano ma anche su quelli minori, come il Basentello o Gannano, siamo in attesa dell’entrata a regime di quella di Marsiconuovo tutto è funzionante a regime ridotto o con prescrizioni anche di natura strutturali.
Storia a parte riguarda la Diga del Rendina per la quale non si hanno notizie circa lo stadio della progettazione e i relativi lavori per la sua messa a regime. Ad oggi le informazioni che circolano parlano di un fabbisogno finanziario per procedere ad un organico e completo intervento di oltre 120 Meuro a fronte di una disponibilità di solo 43 meuro. Considerata la strategicità e l’importanza di tale opera per l’area nord della Basilicata bisogna fare ogni sforzo per candidarla nei programmi in essere del PNIISSI.
Questa opera risulta prioritaria e non più procrastinabile, in quanto tali areali del nord della Basilicata vengono serviti tramite risorsa rilasciata dalla Puglia, tramite appropriate e formali intesa assunte al tavolo interistituzionale per il governo della risorsa idrica al quale partecipano l’AdB dell’appennino meridionale, Acqua Sud SPA, Regioni Puglia e Basilicata e CdB.
Attendiamo che una delle principali azioni del nuovo esecutivo regionali riguardi proprio le strutture, le opere e la governance della risorsa idrica quale fattore sempre più centrale nello scacchiere economico e sociale dei nostri territori.
Bianca Leoci, del liceo Rosa-Gianturco di Potenza, prima nella sezioni multimediale
La studentessa lucana Bianca Leoci, del liceo delle Scienze umane “Rosa-Gianturco” di Potenza, si è classificata prima al concorso nazionale “Matteotti per le scuole” edizione 2023/2024 promosso dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Matteotti.
La lucana ha vinto il premio per la sezione multimediale assegnato in una significativa edizione del Premio. Quest’anno, infatti, si è celebrato il centenario della morte di Matteotti, avvenuta per mano fascista il 10 giugno 1924.
Per la studentessa l’emozione più grande è stata entrare nella Camera dei Deputati.
Ma per il liceo Rosa-Gianturco non si tratta del primo riconoscimento a livello nazionale.
Ascolta il podcast: https://open.spotify.com/episode/7I0m2pIpR4DjLzobwJ7tcM
Leggi la notizia: https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?otype=1012&id=3105712&value=regione
“La mancata riapertura a Palazzo San Gervasio del Centro di accoglienza per lavoratori stagionali, di fatto, con i problemi di questi giorni che vedono i lavoratori immigrati “accampati” come possono e senza tutele prima fra tutte della dignità umana, rende meno controllabile il fenomeno del caporalato”. Così Antonio Nisi, dirigente Cia-Agricoltori di Palazzo, riferendo che “per ora a Palazzo sono arrivate tra i 50 e i 60 extracomunitari, quasi tutti di origine africana, ma il problema sarà decisamente più grave nelle prossime settimane quando diventerà più difficile controllare l’assunzione regolare di manodopera. La raccolta del pomodoro – aggiunge – non è ancora iniziata e stiamo assistendo all’ormai decennale situazione che vede casolari abbandonati delle nostre campagne diventati luoghi di ricovero, molto precari e senza condizioni igieniche minime”. Nisi inoltre evidenzia il crescente aumento dei costi aziendali: tra manodopera, gasolio, spese vive ci vogliono tra 8 e 9 mila euro per ogni ettaro di pomodoro che sarà raccolto e che – evidenzia – si presenta di ottima qualità e buona quantità.
Sul problema caporalato, Giambattista Lorusso, presidente Cia-Agricoltori Potenza, ribadisce, dopo la tragedia di Latina, che “il rifiuto del lavoro nero e del caporalato sono due dei principi cardine che guidano la nostra azione sindacale. È chiaro che le eccellenze del nostro Made in Italy devono essere legate non solo alla qualità indiscussa delle produzioni agricole italiane, ma anche alla qualità e alla dignità del lavoro e della vita dei lavoratori agricoltori”. Lorusso riferisce del “pressing” svolto nei confronti del Presidente Bardi che ha prodotto il sopralluogo insieme al Prefetto di Potenza Michele Campanaro alla struttura di Palazzo e gli impegni ad accogliere già da giovedì prossimo le prime decine di immigrati e a predisporre un bando regionale per accoglienza diffusa negli appartamenti vuoti e nelle strutture alberghiere ed agriturismi. “E’ necessario- dice Lorusso – accelerare al massimo gli adempimenti attivando un Tavolo permanente per la stagione della grande raccolta prodotti ortofrutticoli”. La Cia Basilicata è convinta, infatti, che sia necessario rendere più agevoli e meno rigidi i canali di ingresso regolare degli stranieri e che questo sia l'unico vero deterrente all'immigrazione clandestina.
L'incertezza di programmare il fabbisogno occupazionale secondo la Cia lucana- si andrebbe poi ad aggiungere all'incertezza quotidiana in cui vivono le aziende agricole aggravandone ulteriormente le difficoltà.
Tale impostazione è la conferma tangibile che il sistema produttivo ed imprenditoriale agricolo lucano è non solo a sostegno di ogni tipo di iniziativa volta a migliorare e sostenere adeguate e consone condizioni di accoglienza, ospitalità e permanenza ma avamposto di quella cultura dell'integrazione che trova le sue radici nel mondo contadino e nella cultura solidaristica che è parte integrante del nostro mondo produttivo rurale e fra i nostri Imprenditori agricoli e le loro famiglie.
Il presidente nazionale Cristiano Fini aggiunge: “Non basta solo esprimere profondo cordoglio davanti all’inaccettabile vicenda del bracciante indiano, Satnam Singh, vergognosamente abbandonato in strada dopo il gravissimo infortunio nei campi nell'Agro Pontino. Serve fare di più e valorizzare e tutelare le tante aziende agricole che operano in regime di legalità”, ha spiegato Fini. Riguardo al Decreto Flussi -secondo Cia- bisognerebbe innanzitutto creare una black list nella quale inserire quei datori di lavoro che nei click day precedenti, pur avendo ottenuto il visto d’ingresso per i lavoratori richiesti, non hanno poi formalizzato il contratto di soggiorno e, quindi, l’assunzione. Inibire per almeno tre anni tali soggetti dalla presentazione delle istanze permetterebbe non solo di alleggerire il sistema informatico del ministero, ma soprattutto di ridurre i tempi di accoglimento e rilascio dei visti. Ancora meglio, sarebbe superare la procedura del click day attraverso una prenotazione numerica della manodopera extra Ue da parte dei datori di lavoro, che andrebbe effettuata prima del precaricamento delle istanze, così da permettere al ministero di valutare correttamente il numero delle quote in base al fabbisogno reale.
“Una giornata importante, per la Basilicata, 60 anni dalla fondazione del Centro di Trisaia. Un Centro nato dalla storia nucleare e poi superato con la decisione del Paese di uscire dal nucleare, Trisaia è diventato un Centro di ricerca nel campo dell’ambiente, nel campo dell’energia, delle biotecnologie. Tematiche importantissime per lo sviluppo della Basilicata e del Mezzogiorno.
Oggi abbiamo ricordato questi sessant’anni di storia, abbiamo constatato, alla presenza del presidente dell’ENEA Gilberto Dialuce, del direttore generale dell’ENEA Giorgio Graditi, e con l’intervento a distanza del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e del ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione ed il PNRR, Raffaele Fitto, la centralità di questa infrastruttura sia per la Basilicata che per tutto il Mezzogiorno. Dobbiamo rilanciare, costruire un accordo sempre più intenso tra Regione Basilicata ed ENEA. Abbiamo già fatto delle iniziative comuni e ne dobbiamo fare altre, nel campo dell’efficientamento energetico, della decarbonizzazione, dell’idrogeno, della costruzione di sistemi sempre più virtuosi nel campo dell’economia circolare. ENEA ha un potenziale importante, ci siamo reciprocamente impegnati ad arricchire, dal punto di vista delle attività dei ricercatori, per il cui lavoro qui c’è una condizione ambientale e strumentale di grande rilievo. Dobbiamo costruire condizioni di attrazione perché i ricercatori lucani e anche non lucani possano scegliere il Centro di Trisaia per poter svolgere le proprie attività di ricerca. E’ a tutti noto che con la ricerca, con lo sviluppo, con l’innovazione, si creano le condizioni anche per attrarre nuovi investimenti. Trisaia deve diventare, in questo senso, una leva di sviluppo. Oggi abbiamo, nuovamente, assunto questo impegno. Guarderemo con attenzione, sia nazionale che regionale le attività di questo Centro e ne faremo un motore di sviluppo”.
Lo ha dichiarato l’assessore all’Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, nel suo intervento all’incontro sul 60° anniversario del Cetro Ricerche ENEA Trisaia di Rotondella.
Terzo appuntamento del Premio Rossetti Montano, ieri a Corleto Perticara. Una giornata incentrata sulle celebrazioni del ventennale della morte di Rocco Rossetti, avviata con il conferimento dei riconoscimenti. In collegamento dalla Scala di Milano Olga Mazzia, prima arpa del teatro interessato e alla quale è stato conferito – mediante la professoressa Simari (Direttore artistico) il primo Premio della rassegna, il Premio alla Carriera. Mazzia, in qualità di vincitrice del concerto Salvi, si è esibita a Viggiano dove ha avuto modo di scoprire come le perle della Basilicata debbano essere conosciute e riconosciute in tutto il mondo. Ha seguito il Premio “Girovaghi contemporanei” conferito a Chiara Capobianco, direttamente dalla California, ma di origini lucane. Entusiasta ed emozionata ha ringraziato per quanto ricevuto specificando che la sua passione per l’arpa sia diventata la sua carriera in giro per il mondo. “Esempio contemporaneo di tanti musicisti che hanno girato il mondo negli anni addietro” – ha sottolineato la presentatrice Eva Immediato. “Un premio – ha commentato Antony Gallo, il Presidente della commissione del festival - che parte dalla nostra Regione, dalla piazza e per la piazza. Parte per far ritorno in questo luogo di routine quotidiana, centro propulsore della vita amministrativa e che in questi giorni diventa sede di spettacoli e celebrazioni che rendono onore alla comunità di Corleto. Comunità in cui c'era un limite, ossia quello del non potersi identificare nemmeno in un Santo patrono”. Premio questo, in cui la comunità possa invece ora identificarsi nelle melodie di arpa e violino rappresentati dai due protagonisti (Rossetti e Montano) in quella musica che abbatte i confini e che serve per abbattere la violenza. Da qui l’importanza dell’emissione del primo annullo filatelico per le celebrazioni del ventennale della morte di Rossetti. Partito così un percorso di collaborazione con Poste Italiane che li vedrà impegnati fino al 2026, anno in cui verrà emesso un francobollo in occasione del centenario della nascita di Rossetti. Hanno preso parte a questo momento importare il Sindaco di Corleto, Mario Montano, la delegazione di Poste Italiane e il Dottor Donato D’Onofrio, responsabile filatelia di Potenza che ha specificato: “Abbiamo deciso dallo scorso gennaio questa intensa collaborazione. Timbro che sancirà la giornata di oggi e che vedrà la sua placca custodita nel museo a Roma. Annullo ed emissione che rientra nell'ambito del Ministero del Made in Italy dove ci sarà un francobollo proposto da Antony Gallo tramite Poste Italiane, e che avrà risonanza nazionale in quanto parte delle eccellenze artistiche musicali”. Consegnata, infine, una cartellina commemorativa a tutti i presenti e a tutta la comunità di Corleto. Spazio poi alla Festa della Musica delle Pro Loco Unpli Basilicata a cura della coordinatrice regionale della festa, Rosa Fortunato, che ha ricordato la storia e l’importanza di questa ricorrenza precisando come la musica faccia da mezzo di connessione con il mondo e con quello che è l’io più profondo e dove musica sia anche silenzio. Poi, Vito Sabia, il Presidente Unpli Basilicata che ha rimarcato il lavoro svolto a livello nazionale per questa festa che unisce tutte le generazioni. L’Unpli Basilicata sempre a sostegno dei numerosi appuntamenti e che si vede accanto in questi giorni ancor di più alle sei Pro Loco Unpli che con diverse iniziative hanno aderito alla Festa della Musica 2024. Sabia, ha inoltre dichiarato come l’Unpli abbia sposato subito l'iniziativa di Corleto che rispecchia tutti canoni dell'Unpli stessa. Ringraziando pubblicamente tutte le Pro Loco che hanno aderito alla festa della musica, ha ricordato come un attento lavoro delle Pro Loco accanto alle amministrazioni senza tralasciare l’intera comunità, sia quello attuato oggi dall’affiliata Pro Loco di Corleto e che debba essere la via da seguire per tutti. La terza giornata si è conclusa con il concerto di Ambrogio Sparagna e l’orchestra popolare italiana con la partecipazione dell’Ensemble dell’Arpa Viggianese.
I Carabinieri avviano le ricerche e attivano i soccorsi recuperandolo dopo poche ore.
È bastato poco per trasformare un’avventurosa scampagnata tra fondi sconnessi e rigogliosa vegetazione in momenti di paura e smarrimento.
Finisce solo con un grande spavento la brutta avventura di un 60enne che, nella giornata di ieri, ha deciso di avventurarsi in solitaria, con la sua mountain bike, negli impervi dintorni di Marsiconuovo.
L’uomo, verso l’ora di pranzo, ha realizzato di avere perso l’orientamento ritrovandosi letteralmente intrappolato dalla fitta vegetazione circostante. Fortunatamente, aveva con sé il telefono cellulare ed ha pensato bene di utilizzarlo per chiamare il Numero Unico di Emergenza 112. Dall’altro capo del filo, l’Operatore della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Viggiano, dopo essersi sincerato sulle sue condizioni fisiche, lo ha rassicurato, riferendogli che non lo avrebbero lasciato da solo. L’uomo, tranquillizzato dalle parole del militare, ha riacquistato serenità fornendo tutti i dettagli che potessero essere utili a rintracciarlo.
Immediato l’inizio delle ricerche portate avanti dai Carabinieri della locale Stazione e da quelli del Nucleo Parco di Marsiconuovo i quali, profondi conoscitori del territorio, utilizzavano le indicazioni fornite dal ciclista disperso per restringere il raggio di ricerca a quella località Lama. Quest’ultima, nota per le sue asperità, facevano optare per richiedere l’ulteriore intervento dei Vigili del Fuoco che. Prontamente, inviavano sul posto le squadre di Potenza e Villa d’Agri.
Con l’ausilio di un drone ed infine di un elicottero giunto da Pontecagnano, l’uomo veniva individuato, recuperato e messo in salvo.
L’uomo, grato e commosso verso i suoi soccorritori, dopo i doverosi accertamenti sanitari sul posto che ne sancivano le sue buone condizioni fisiche, ha potuto riabbracciare i propri cari che lo aspettavano presso la Stazione Carabinieri di Marsiconuovo.
Grazie alla collaborazione delle professionalità messe in campo da tutti gli operatori nelle proprie competenze ed al tempestivo ricorso al NUE 112 da parte del cittadino, la paura di quegli attimi ed il pericolo corso può ora diventare una storia da raccontare ad amici e parenti.