“La sessione del G7 dedicata all’Africa e ancor più il sostegno, l’ampia condivisione, l’impegno comune incassati dalla Premier Meloni per il prosieguo del Piano Mattei sono elementi significativi dell’attenzione dei Paesi del G7 in particolare all'approccio italiano fortemente innovativo di cooperazione da pari a pari con le nazioni africane". Lo afferma Alfredo Carmine Cestari, presidente Camera ItalAfrica, aggiungendo che il Piano Mattei – come conferma la Premier Meloni - è “uno dei tre pilastri della strategia del G7 per l'Africa”, insieme al progetto ‘Global Gateway’ promosso dall'Unione Europea, e della Partnership for Global Infrastructure and Investment, progetto di corridoio economico e infrastrutturale per collegare India, Medio Oriente ed Europa. “L’avvio dei primi progetti pilota nei 13 Paesi coinvolti in questa prima fase, che sono in particolare progetti infrastrutturali nei campi dell'energia, delle infrastrutture e della produzione, con una particolare attenzione alla formazione e all'educazione dei giovani del continente africano – continua Cestari – è la migliore testimonianza che la nuova cooperazione è partita bene. E’ la “massima” di Nelson Mandera (“fare per me senza di me è fare contro di me”) ad orientare ogni iniziativa di intervento. Il Mediterraneo è una base logistica ed energetica in un contesto geopolitico in continua evoluzione, come dimostrano le tensioni nel Mar Rosso: la sua centralità economica – aggiunge - è destinata a crescere, perché è il crocevia di tre continenti, Asia, Africa ed Europa, che contengono la maggior parte della popolazione mondiale e una straordinaria ricchezza di civiltà e di culture. Sul fronte energetico, il petrolio del futuro sono i crediti di carbonio e il raggiungimento della riduzione di CO2 passa dal coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo che sono dei grandi contenitori per questi progetti. Paradossalmente invece, l’Africa è stata finora lasciata fuori dalla transizione energetica: secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), solo il 2% degli investimenti mondiali per le rinnovabili negli ultimi due decenni sono stati fatti nel continente africano, dove il tasso di elettrificazione è sotto il 50% e dove vivono più di 900 milioni di persone ancora prive di accesso a combustibili, tecnologie e acqua pulita per cucinare. Il Continente sta adottando soluzioni per le energie rinnovabili su larga scala, necessarie a garantire a tutti un accesso all’elettricità affidabile, conveniente e sostenibile. I motivi sono diversi e tutti strettamente connessi: l’Africa, sebbene sia responsabile di una piccola quantità di emissioni di carbonio e consumi (solo il 4% dell’energia a livello globale), è oggi l’area del mondo più vulnerabile ai cambiamenti climatici e il continente dove la popolazione crescerà di più.
il Governo italiano – continua Cestari - sta facendo passi “storici” rispetto al passato che il sostegno del G7 contribuirà a rafforzare. Noi vogliamo fare la nostra parte con il coraggio che ci ha sempre sorretto, ma anche tutti gli enti statali che hanno come compiti istituzionali il sostegno all’internazionalizzazione devono fare la propria”. Il “motto” è “fare bene ai Paesi Africani per fare del bene alle nostre imprese. Perché – spiega – è un’opportunità per le imprese specie del Sud per imboccare la strada dell’internazionalizzazione. Il Sud è la porta di ingresso del Mediterraneo. Il progetto Sud Polo Magnetico, sostenuto da ItalAfrica, ponendosi l’obiettivo di una reale cooperazione economica, in stretta sinergia con il Piano Mattei, rimette in gioco il Sud e le imprese meridionali”.