Delegazione Potenza, quota del 17,8% dell’intero settore terziario nella produzione del Valore Aggiunto regionale
Il terziario è sempre più il “motore” dell’economia, dell’occupazione, della crescita locale ma le “nubi” che si addensano – calo consumi e desertificazione commerciale in medio e piccoli centri, su tutti – richiedono un maggiore protagonismo delle imprese del terziario per determinare scelte coraggiose. E’ il messaggio lanciato dall’assemblea nazionale di Confcommercio, alla quale ha partecipato una folta delegazione di Confcommercio Potenza, aperta dalla relazione del Presidente Carlo Sangalli e caratterizzata da un appassionato intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’assemblea – sottolinea il Presidente Confcommercio Potenza Angelo Lovallo, che ha guidato la delegazione – conferma la vitalità del terziario anche nella nostra regione dove il rapporto di Banca d’Italia presentato ieri attesta una quota del 17,8% dell’intero settore terziario nella produzione del Valore Aggiunto regionale, con 2 miliardi 350 milioni (più 6,6% in un anno) di cui il 50% prodotto direttamente dal commercio che da solo cresce in un anno dell’11,4%. Anche la quota del 23,4% di imprese del commercio lucane considerate da Bankitalia “ad alta crescita” è un indicatore significativo dell'impegno "oscuro" di imprese familiari e ditte individuali. Questo – aggiunge Lovallo – non significa affatto che il terziario non debba affrontare le turbolenze degli altri comparti e non risenta la congiuntura comunque negativa: nel 2023 l'economia lucana ha rallentato per effetto dell'indebolimento della domanda interna e del ciclo economico globale. Il ruolo economico e sociale del commercio, dei servizi di prossimità, sempre più, come ha denunciato il Presidente Sangalli, si scontra col preoccupante fenomeno delle chiusure delle attività nelle città, dai centri storici alle periferie. Il rischio di desertificazione commerciale - che a Potenza nell’ultimo decennio ha raggiunto il 13,7% in meno di esercizi commerciali - è alla fine una ferita per l'idea di cittadinanza. Secondo il capo dello Stato, “le luci dei negozi sono preziose anche per la sicurezza, danno vita a centri storici e quartieri periferici, sono luoghi d’incontro e di amicizia” e dunque “la perdita di 110mila attività negli ultimi anni ha effetti che si riverberano sull’intera società”. È importante, dunque, “la riflessione avviata da Confcommercio nel progetto Cities: sarebbe grave rassegnarsi al declino e bisogna evitare nei borghi lo spopolamento di persone e negozi perché la bellezza e la cultura italiane hanno bisogno di luoghi vivi, visto che danno un contributo sostanziale al ‘senso dell’Italia’”.
Produttività, occupazione, crescita è d’altra parte il “circuito” che Confcommercio ha tenuto ben presente anche nel rinnovo del contratto collettivo nazionale del terziario. Il presidente di Confcommercio ha quindi lanciato un appello a “proseguire nella riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro” e a “valorizzare la sinergia tra welfare pubblico e welfare contrattuale e aziendale”, aggiungendo la necessità di “più formazione e di più lavoro, anche con la programmazione di adeguati flussi di immigrati”.
Su un piano più in generale, Sangalli ha poi evidenziato che, nonostante la produttività stagnante e le condizioni della finanza pubblica, il nostro Paese “ha recuperato, in termini economici, ciò che sembrava impossibile, cioè i nove punti di prodotto lordo persi nel solo 2020, andando persino oltre di quattro punti e mezzo rispetto ai livelli pre-pandemici”. Un risultato ottenuto “grazie al contributo di tutti” e che rappresenta una vera e propria “eccezionalità italiana”. Vi ha contribuito enormemente il turismo, che “sta registrando performance straordinarie e che quest’anno farà ancora meglio”. Parlando poi del “ruolo strategico delle infrastrutture, dei trasporti e della logistica”, il presidente confederale ha evidenziato che “il futuro è nella doppia transizione, verde e digitale. La sostenibilità o è assieme ambientale, economica e sociale o non è”.
Detto che per le micro e piccole imprese “l’accesso al credito è un problema che resta per lo più irrisolto” e che serve quindi “una riforma complessiva all’insegna dell’innovazione”, Sangalli ha concluso parlando di un “grande classico”: il fisco. E visto che il percorso della riforma “deve necessariamente fare i conti con il sentiero stretto della finanza pubblica e con la disciplina di un rinnovato Patto europeo di stabilità e crescita”, ha sollecitato un “deciso impegno europeo” per una “Global Minimum Tax” che preveda “una giusta tassazione delle grandi multinazionali e delle grandi piattaforme digitali globali”.
L’Assemblea Generale di Confcommercio si è chiusa con l’intervento del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha definito il terziario di mercato “punta avanzata della performance economica del nostro Paese”. Una performance tale che “anche nel 2024 cresceremo di almeno l’1%, cresciamo più degli altri Paesi a partire dalla pandemia e cresce soprattutto l’occupazione, con il tasso di inflazione più basso della Ue. L’Italia sta diventando un modello economico e sociale”.