Alla guida di una giunta in prorogatio, si stanno svolgendo infatti una serie di manovre finanziariamente spericolate per mettere la polvere del debito sanitario sotto il tappeto di una gestione corrente. Bardi presidente-commissario, dopo aver impegnato i soldi del fondo sociale e quelli delle compagnie petrolifere per ripianare i disavanzi, esattamente come avevamo previsto, si trova a contrastare i dubbi dei tecnici nazionali sul fatto che i fondi delle compensazioni, che maturerebbero in futuro, possano essere considerati “liquidi ed esigibili” come prevedono le norme e sta compulsando le compagnie petrolifere perché si prestino ad effettuare bonifici in anticipo, esponendosi alla richiesta di chissà quali contropartite. Inoltre si sta pensando di far dimagrire i consuntivi 2023 spostando partite alla gestione dell'anno corrente, scontrandosi col fatto che un bilancio regolare di fine d'anno dovrebbe fotografare una situazione di fatto, e non una programmazione. Motivo per il quale spese e impegni di spesa non sono opinabili: o ci sono stati o non ci sono stati.
Vedremo cosa riusciranno a fare Bardi e il suo cerchio magico. Noi stiamo a guardare con una preoccupazione che è doppia. Anche perché intanto il principale autore di questo disastro, bocciato alle urne, è stato proposto come sindaco di Potenza una città che ha già conosciuto due dissesti e che, dopo la fallimentare gestione Guarente, finanziariamente non se la passa granché bene; non vorremmo che lo avessero fatto per individuare un esperto in termini di debiti e conti fuori controllo.