Non una narrazione, ma la messa a fuoco di alcuni passaggi che aprono alla costruzione di molte ipotesi narrative di tutto il percorso psichiatrico italiano, peraltro capaci di suscitare domande sulle ricadute che hanno ingenerato e magari anche sulla possibilità di percorsi diversi rispetto a ciò che è avvenuto.
Dunque sul perché un dato fenomeno si è dato e anche su ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, con attenzione sia ai condizionamenti provenienti dal contesto interno che alle aperture internazionali.
Naturalmente il riferimento va sia alla ricerca e allo sviluppo delle conoscenze, sia ai cambiamenti sociali e del sentire collettivo, importanti in ogni branca della medicina, ma addirittura essenziali in ambito psichiatrico.
Tra i temi affrontati Il controverso ingresso femminile nella psichiatria (Daniela Toschi, Liliana Dell’Osso); Basaglia e i suoi epigoni (Paolo Peloso); La storia della difficile integrazione tra psicoterapia e psichiatria in Italia dal Settanta ad oggi (Ferdinando Galassi); La prospettiva neuroevolutiva: verso una psichiatria di precisione (Liliana Dell’Osso, Giulia Amatori); L’assistenza psichiatrica territoriale e di comunità: nascita, sviluppo, successi, limiti
(Giuliano Casu).
La Società Italiana di Psichiatria, che con le sue 23 Sezioni Speciali e le sue 17 Sezioni Regionali è la più rappresentativa espressione scientifica della psichiatria sul territorio nazionale celebra i suoi primi 150 anni di storia. La SIP ha contribuito a denunciare un fenomeno grave che ha coinvolto l’intero servizio sanitario nazionale nel corso dei primi due decenni del nuovo millennio, il progressivo decremento delle risorse disponibili a fronte di un continuo aumento di richieste di operatività e di rischiosità medico-legale, che hanno causato una crisi delle vocazioni in psichiatria senza precedenti, contribuendo a un depauperamento delle risorse umane, che nella nostra disciplina rimangono lo strumento principe quale agente di cambiamento. La strada da percorrere per la salute mentale, nel nostro Paese, è ancora lunga e ricca di sfide. Tuttavia, occorre continuare a investire nella ricerca e nell’innovazione, allargando il campo di intervento non solo in direzione preventiva, ma anche nella promozione della salute mentale collettiva, implementando il dialogo con la società civile e garantendo un futuro migliore ai nostri pazienti e alla nostra professione.
Per la prof. Dell’Osso – tra I “Lucani Insigni 2020”, l’unica lucana presente nella banca dati online con i profili di cento esperte nelle aree scientifiche, secondo il progetto “100 donne contro gli stereotipi aree scientifiche” – i prossimi anni vedranno molti cambiamenti: “Occorre maggiore comprensione dei disturbi psichici, sradicare lo stigma associato alla salute mentale e garantire risorse adeguate”. “A partire dall’inizio degli anni Duemila la Psichiatria sta vivendo una rivoluzione silenziosa ma non meno rilevante della rivoluzione basagliana, anche se non altrettanto clamorosa”.