La Cgil di Potenza sarà domani 20 aprile in piazza a Roma per partecipare alle grande manifestazione nazionale indetta da Cgil e Uil, che tiene insieme salute e sicurezza, diritto alla cura, sanità pubblica, riforma fiscale e tutela dei salari. L’appuntamento è alle 9.30 in piazzale Ugo La Malfa. L’iniziativa rientra nella mobilitazione “Adesso basta” indetta a sostegno delle comuni rivendicazioni: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa, un patto per la salute che si inserisca in un quadro di strategia nazionale di prevenzione e protezione.
“Al centro – spiega il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito - c’è il nodo della sanità. Chiediamo la tutela del diritto alla salute e del servizio sanitario nazionale e sistema socio-sanitario pubblico e universale. Sono necessarie risorse economiche, umane e organizzative. Occorre aumentare il finanziamento del servizio, sia in termini assoluti che in rapporto al Pil. Allo stesso tempo vanno incrementate le risorse destinate al rinnovo del contratto nazionale 2022-2024 del personale, per realizzare un piano straordinario pluriennale di assunzioni. Per la Basilicata, dove il sistema sanitario è in grande sofferenza e lo sarà ancora di più con l’autonomia differenziata – continua – e dove la migrazione sanitaria ha superato gli 80 milioni di euro, noi chiediamo l’approvazione del nuovo Piano socio sanitario, un piano di abbattimento delle liste di attesa, un piano straordinario per l'occupazione per circa 4000 nuove unità, un’adeguata politica di assistenza agli anziani e alla non autosufficienza, incremento delle cure domiciliari dal 5 al 10% nel triennio e investimenti in ricerca, formazione e nuove tecnologie”.
Da Roma anche l’allarme sulle morti sul lavoro: “Anche sotto questo aspetto la Basilicata non è esente, trovandosi in zona rossa per incidenza di incidenti sul lavoro superiore al 25 per cento rispetto alla media nazionale. Oltre alla mancata attivazione dell’Osservatorio regionale sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, istituito per legge. Diciamo poi basta ai subappalti, alla precarietà, a una riforma fiscale che continua a tassare lavoro e pensioni più dei profitti, delle rendite finanziarie e immobiliari, del lavoro autonomo benestante, non tassando gli extraprofitti e premiando l’evasione, che sottrae 90 miliardi di euro ogni anno alle politiche sociali e di sviluppo del Paese. Noi non vogliamo la flat tax, ma un fisco progressivo su tutti i redditi personali”.