In un contesto economico che evidenza una leggera ripresa del Pil italiano (+0,6%) annuo nell’ultimo trimestre 2023, gli ultimi dati Istat sull'agricoltura confermano -evidenzia Cia- le difficoltà che si trovano a dover affrontare, quotidianamente, le aziende agricole e dimostrano, ancora una volta, quanto sia necessario intervenire per salvaguardare il settore.
Ecco perché Cia rilancia il suo Piano nazionale per l’agricoltura che chiede al Governo di introdurre sgravi fiscali per il settore primario: dall’esonero contributivo per gli agricoltori a una maggiore compensazione dell’Iva zootecnica (bovini e suini). Per mitigare l’impatto del rincaro dei fattori di produzione, Cia sollecita la reintroduzione del credito d’imposta per l’acquisto di gasolio; mentre sul fronte delle giovani imprese, serve l’esonero contributivo per gli agricoltori under 40 e il rifinanziamento del “Fondo più impresa”. A sostegno dei comparti più deboli, l’appello è, invece, per un immediato utilizzo delle risorse del Fondo per le emergenze e facilitazioni nell’accesso al credito.
A livello regionale, per Cia dopo la risoluzione del Consiglio Regionale sulla crisi in agricoltura è necessario concretizzare, in tempi brevi, con risorse finanziarie adeguate gli impegni assunti. La mobilitazione degli agricoltori e della Cia, attraverso una quindicina di incontri tenuti su tutto il territorio regionale che hanno coinvolto circa 3 mila agricoltori ed allevatori e non solo associati, ha al centro quattro emergenze principali: cinghiali, calamità naturali, aumento costi irrigui, aumento costi gasolio-carburante-energia. La posizione della Cia è stata già presentata nelle numerose assemblee ed iniziative: è indispensabile guardare oltre il contingente e riposizionare il settore agricolo di Basilicata nelle rivisitate politiche agricole dell’ Unione europea e sulla scorta anche delle consistenti risorse disponibili oltre la PAC rivenienti dal PNRR e da ultimo i FSC. Obiettivo di Cia - sintetizza il coordinatore Donato Distefano - è quello di lanciare un piano regionale agricolo e alimentare ancorato alle potenzialità del nostro settore partendo dalle aree ad agricoltura intensiva e irrigua passando a quella estensiva e delle aree interne, regolamentando e semplificando le attività agricola familiare e di prossimità, oltre a quelle connesse e multifunzionali a partire dall' agriturismo, dalle agroenergie, dall’agricoltura sociale e di presidio dei nostri territori. Un grande programma - afferma Distefano - che mette al centro non solo il valore economico del settore primario ma lo posizione quale componente fondamentale di modelli di sviluppo e coesione locale per la tenuta socio demografica delle aree interne e montane.