Giovedì, 01 Febbraio 2024 10:59

Fanelli: In Basilicata migliora il trattamento accessorio per la dirigenza medica. Le indennità covid sono un discorso a parte

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“Con tre distinti provvedimenti di Giunta, a seguito delle ripartizioni del Fondo Sanitario Nazionale, abbiamo assegnato specifiche risorse finanziarie alle Aziende Sanitarie lucane interessate, finalizzate all’incremento dei fondi per il trattamento accessorio della dirigenza sanitaria”.

Lo ha fatto sapere il vicepresidente e assessore alla Salute e Politiche della Persona della Regione Basilicata, Francesco Fanelli che ha così spiegato:

"Con una delibera sono state ripartite le risorse che saranno utilizzate per l’incremento del trattamento accessorio di tutta la dirigenza sanitaria anche applicando il meccanismo di giustizia distributiva tra le Aziende atto a ristabilire equità di trattamento economico per profilo professionale su tutto il territorio regionale (art.1, commi 435 e 435 bis, della legge n.205/2017).

Con altra delibera- ha continuato l’assessore- si è provveduto a prendere atto della ripartizione dei fondi relativi a trasferimenti di somme provenienti dall’INAIL e destinate ad incrementare per una parte, il trattamento accessorio dei medici certificatori dei Pronto Soccorso, per un’altra, ad incrementare la quota capitaria dei medici di medicina generale (art. 1, comma 527 della legge n,145/2018); per i secondi le risorse sono accantonate in attesa del via libera che sarà dato con il nuovo ACN (Accordo Collettivo Nazionale) medici di medicina generale 2019-2021.

Con il terzo provvedimento, si dà il via libera alla corresponsione dell’indennità stabilità dall’art.1 comma 293 legge 234/2021, ai dirigenti medici operanti nei servizi di Pronto Soccorso in perfetta sincronia con il via libera al nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro 2019/2021 appena varato per l’area sanità a cui è fatto espresso rinvio e che determinerà un giusto riconoscimento economico ai destinatari della norma, in ragione delle particolari condizioni di lavoro a cui è sottoposto il personale in servizio in tali reparti ospedalieri. La concreta attribuzione di tale indennità è rinviata ai contratti collettivi integrativi decentrati delle singole aziende interessate. Rispetto a tale ultima disposizione è utile chiarire- ha aggiunto l’assessore- che in fase di lavori parlamentari, proprio perché la disposizione legislativa era già chiaramente declinata in favore del solo personale operante nei servizi di pronto soccorso, furono presentati emendamenti atti ad estendere la norma anche ai servizi del 118. Tuttavia, tali emendamenti furono respinti e non trasformati nella legge entrata in vigore. La Regione, pertanto, ha applicato correttamente la legge senza voler escludere nessuno ma, al contrario, non potendo includere ciò che la legge non ha previsto.

I tre provvedimenti, peraltro, sono il frutto di un chiaro e franco ‘confronto regionale’ con i sindacati della Dirigenza sanitaria che, a larga maggioranza dei presenti, ha ben compreso ed accolto filosofia e finalità di applicazione delle predette disposizioni di Legge rispettate.

In ragione di ciò, si ribadisce con forza che il personale del 118 nella sua interezza, rappresenta una risorsa vitale per il Servizio Sanitario Regionale e va al di là di ogni buon senso anche solo pensare che sia stata applicata una volontà di esclusione da logiche di promozione e di incentivazione. Appare dunque chiara la strumentalizzazione che sottende una altrettanto palese disinformazione che associa erroneamente le indennità di covid, che appartengono ad una fase storica superata, e che nulla c'entrano, con il trattamento accessorio che viene rimpinguato in modo continuativo e strutturato.

La richiesta che si rinnova anche in questa sede ad alcuni sindacati e a chiunque abbia voglia di contribuire realmente in maniera costruttiva al miglioramento della sanità lucana- ha concluso l’assessore Fanelli- è quella di mettere da parte i colori di bandiera e di perseguire la strada del dialogo e del confronto basato su realtà oggettive e sulle evidenze giuridiche, evitando di ergersi a paladini della giustizia con lo scarso risultato di compiere esclusivamente una gravissima e dannosa disinformazione”.

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