Giovedì, 05 Dicembre 2024 14:20

IL MONDO DELLO SPETTACOLO NON PUÒ ATTENDERE: LA REGIONE BASILICATA SIA ALL’ALTEZZA DEL SUO COMPITO

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Il settore dello spettacolo dal vivo in Basilicata è in ginocchio, soffocato da una programmazione culturale tardiva, quando non inesistente, che non può essere più tollerata. Gli impegni legislativi e istituzionali assunti dalla Regione sembrano essere relegati a semplici dichiarazioni di principio, mentre le lavoratrici e i lavoratori della cultura continuano a pagare il prezzo di un’assenza cronica di visione.

La Legge Regionale 37/2014 sancisce chiaramente che la cultura e lo spettacolo sono strumenti essenziali per la crescita sociale ed economica della Basilicata, ma l’attuazione dei suoi obiettivi si è dimostrata ben lontana dalle premesse. Da anni, i piani annuali dello spettacolo vengono emanati a consuntivo, costringendo gli operatori a lavorare al buio, anticipando spese senza alcuna garanzia sui tempi e sulle modalità di finanziamento. Questo è accaduto, puntualmente, per il 2023 e si sta verificando anche per il 2024, per cui si attende ancora la pubblicazione del piano.

Il mancato rispetto dei tempi non è solo una questione burocratica: è una ferita al tessuto culturale, sociale ed economico della nostra regione. Ritardi come quelli del Governo Bardi I e dell’attuale giunta declassano la regia regionale e danneggiano l’immagine della Basilicata anche a livello nazionale. Senza una programmazione puntuale, gli operatori locali perdono opportunità di cofinanziamento e riconoscimenti essenziali, alimentando un circolo vizioso che deprime l’intero settore.

I professionisti dello spettacolo non chiedono “assistenzialismo” (parola tanto invisa a questa maggioranza, che né assiste né paga il lavoro di cui pure ha beneficiato, a quanto pare!), ma regole certe, programmazione puntuale e il rispetto degli impegni assunti. È inaccettabile che un settore che contribuisce alla crescita culturale ed economica, così come alla coesione sociale, venga continuamente ignorato o marginalizzato.

Per il 2023 tutti i soggetti ministeriali hanno subito un taglio di circa il 55% rispetto al fabbisogno richiesto, mentre 28 soggetti non ministeriali  benché ammessi a contributo  hanno subito un azzeramento dell'assegnazione per mancanza di fondi. Ricordiamo che tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo hanno ricevuto la ferale notizia della riduzione o dell'azzeramento dei contributi a fine anno, dunque DOPO aver già svolto le proprie attività, di cui l’intera collettività ha beneficiato. Quanto, invece, al piano spettacolo 2024, non è stato ancora stanziato il fondo per renderlo operativo, così i professionisti non hanno ancora potuto inoltrare domanda di contributo. Questo ritardo impatta negativamente sulla possibilità, per gli operatori, di pianificare e di progettare adeguatamente il proprio lavoro, fino a indurli a desistere o a migrare altrove, laddove le proprie competenze vengono valorizzate e non umiliate. Sì, perché comprendiamo la frustrazione di chi lavora, magari ricevendo meriti e benemerenze fuori regione, e poi è costretto a rimettersi alla benevolenza della giunta di turno per vedere riconosciuto economicamente, e non solo, il proprio lavoro.

Il sottosegretario alla cultura, Michele Casino, dimostri attenzione e dinamismo per invertire questa tendenza. È tempo che la Basilicata assuma protagonismo nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico e intangibile, garantendo continuità alle attività culturali e alle decine e decine di professionisti.

Non si può parlare di sviluppo sociale senza un impegno concreto per il mondo della cultura. La Giunta Regionale e gli organi preposti intervengano immediatamente per integrare il piano Spettacolo 2023, nonché per lo stanziamento relativo al piano Spettacolo 2024. Sull'opportunità di mettere in cantiere anche il Piano 2025, ci limitiamo a esprimere auspici, esigerlo da questa maggioranza sembrerebbe davvero troppo. Non ci resta che confidare nel miracolo di San Gennaro… Bardi docet.

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