Una delegazione del Movimento politico ha visitato gli impianti. A Eni chieste garanzie e rispetto per l'ambiente e l’abbinamento di attività avanzate e non impattanti a quelle estrattive.
“Siamo qui perché sui temi energetici è indispensabile un’alta e costante vigilanza sociale per evitare il paradosso che il conto di una stagione di economia basata su pratiche impattanti lo paghino territori come la Basilicata che di quello sviluppo ha beneficiato soltanto in parte”. Così i vertici di Basilicata Casa Comune al termine del sopralluogo fatto oggi, mercoledì 23 ottobre, al COVA di Viggiano (Centro Olio Val D’Agri) da una delegazione composta dal Vice Presidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, accompagnato da altri esponenti del movimento politico.
Una visita per toccare con mano la situazione complessiva di uno dei due poli estrattivi della Basilicata. “La Basilicata – ha dichiarato il consigliere regionale di BCC – si trova oggi nella paradossale situazione di pagare, da un lato, lo scotto della transizione all’elettrico dell’Automotive, che mette in forse e precarizza migliaia di posti di lavoro, e dall’altro, di gestire la “coda” delle attività estrattive di idrocarburi fossili come fonte di approvvigionamento energetico, in attesa del definitivo passaggio alle rinnovabili.
Dobbiamo rivolgere a Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, l’invito a costruire qui in Basilicata, piuttosto che altrove, il proprio ed il nostro futuro “Non Oil”. Eni, di cui ci occupiamo oggi, è un’eccellenza a livello mondiale nel settore dell’energia a forte contenuto tecnologico, tra ricerca e brevetti, pertanto può favorire il processo di transizione energetica trasferendo sul nostro territorio la migliore tecnologia nelle produzioni rinnovabili, garantendo una prospettiva produttiva, occupazionale e a basso impatto che vada oltre il limitato orizzonte delle estrazioni petrolifere.
Con onestà – ha sottolineato Chiorazzo - dobbiamo riconoscere che questo processo non può essere delegato alle compagnie, ma deve chiamare alla responsabilità la giunta lucana, il consiglio regionale e il governo nazionale che devono mettere in campo una piattaforma chiara, non mance da utilizzare a fini elettorali, non risorse per tappare buchi di bilancio o sperperare tra concerti e marciapiedi rifatti ogni anno, ma obiettivi chiari e di lunga durata.
E gli obiettivi devono essere due: l’abbinamento alle attività esistenti di nuovi settori produttivi avanzati in grado di dare prospettive e lavoro, anche di alto profilo per richiamare qui i tanti lucani costretti a restare fuori regione, e, nell’immediato la garanzia più alta di salvaguardia di salute e ambiente, con controlli costanti.