I suddetti sono stati individuati grazie a puntuale e meticolosa attività investigativa scaturita dalla denuncia per truffa sporta da un 82enne nello scorso mese di novembre.
Si tratta ormai del consolidato sistema della “truffa del falso incidente stradale che vede coinvolto il figlio/nipote della vittima”.
In particolare le persone in età anziana vengono contattate sulle loro utenze fisse da un sedicente carabiniere, e con artifici e raggiri vengono indotti a pagare immediatamente ingenti somme di denaro contante o a consegnare oggetti preziosi ad un corriere quale cauzione per il Tribunale, al fine di evitare il carcere a figli o nipoti che vengono indicati come rimasti coinvolti in gravi incidenti stradali; durante tale contatto, spesso, al fine di ostacolare la difesa della vittima mediante telefonate ai propri cari, vengono utilizzate dai malfattori altre utenze mobili intestate a persone straniere per “intasare” tutte le linee telefoniche fisse o mobili della vittima, al fine di riuscire a compiere la truffa senza rischiare l’intervento o l’allertamento di parenti della vittima stessa.
Anche in questo caso, il “cliché” è stato lo stesso, con i malfattori che sono riusciti a farsi consegnare la somma contante di 10.000 euro dalla vittima, a cui era stato prospettato il coinvolgimento del figlio in un grave incidente stradale, come cauzione per evitare l’arresto del figlio stesso.
Quando poi la vittima si è resa conto di essere stata truffata, dopo aver consegnato il denaro al falso corriere ed essere riuscita a parlare con il figlio capendo che non era reale il suo coinvolgimento in un incidente, si è recata presso i Carabinieri di Matera, dove ha sporto denuncia per i suddetti fatti.
Trattandosi di un fenomeno altamente odioso che si sta diffondendo sempre più, nonostante le martellanti campagne di sensibilizzazione con incontri di persona e tramite articoli stampa portate avanti dai Carabinieri, i militari si sono subito messi al lavoro.
Innanzitutto, durante la denuncia, i militari hanno acquisito una precisa descrizione dell’abbigliamento e del soggetto che si è recato a prendere il denaro a casa della vittima; successivamente, sulla base degli orari e della zona in cui è avvenuta la truffa, i Carabinieri hanno controllato minuziosamente tutti gli impianti di videosorveglianza pubblici e privati, al fine di individuare autoveicoli sospetti.
Durante tale ricerca, è emersa una vettura nera, non intestata a soggetti materani, sulla cui targa sono stati effettuati immediati approfondimenti, riuscendo a risalire anche alle generalità degli occupanti, in quanto la medesima auto era stata fermata quella stessa mattina dai Carabinieri di un comune in provincia di Bari, poiché segnalata agli stessi Carabinieri da alcuni cittadini del posto come sospetta, proprio perché associata alle numerose truffe in corso in numerosi centri abitati anche della Puglia.
Da tale controllo, estrapolati i dati dei due occupanti campani e le loro foto, queste ultime sono state sottoposte alla vittima per il riconoscimento, individuando nel conducente della vettura il soggetto che si era recato a casa sua per ritirare il denaro.
Le ricerche dei Carabinieri sono poi continuate sui probabili percorsi seguiti dai malviventi per rientrare nelle zone d’origine, fino ad individuare ed acquisire le videoriprese di un’area di servizio nel potentino dove i due soggetti, già controllati dai Carabinieri in Puglia prima della truffa, vengono ripresi ancora insieme con la stessa vettura anche dopo l’esecuzione della truffa a Matera; in più, dalle immagini è emerso che il soggetto che aveva ritirato i soldi vestiva sempre gli stessi abiti ben descritti dalla vittima.
I gravi indizi di colpevolezza a carico dei due campani sono stati meticolosamente raccolti dai Carabinieri della Compagnia, sotto la costante direzione della Dr.ssa Angela Continisio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Matera, che ha chiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale della Città dei Sassi l’emissione dell’odierna misura cautelare a carico dei due indagati, calibrata sulla base dei rispettivi precedenti di polizia degli stessi. Si precisa che gli accertamenti compiuti finora sono comunque nella fase delle indagini preliminari e necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.