È ormai chiaro l’approccio classista praticato dal centrodestra sia a livello nazionale che a livello regionale: sono stati in grado di trasformare il diritto all’istruzione in un privilegio legato al reddito.
È così, infatti, che il Ministero dell’istruzione e del merito (a pagamento) ha tagliato in modo lineare i fondi destinati all’acquisto dei libri. Con solerte sudditanza a Roma - come, tra l’altro, già dimostrato in occasione dell’autonomia differenziata e della privatizzazione dell’acqua lucana - il presidente, generale e commissario Bardi ha recepito la riduzione ministeriale e ha applicato il medesimo taglio in Basilicata, senza rimediare al danno provocato dal governo Meloni.
Bardi ha quindi lasciato che migliaia di famiglie rimanessero senza contributi per l’acquisto dei libri per il triennio (terzo, quarto e quinto anno di scuola superiore). Sulla scuola non si scherza e non si specula: l’acquisto dei libri comporta una spesa ingente per tutte le famiglie e non possiamo consentire che le famiglie con maggiori difficoltà subiscano anche il torto e l’offesa di non poter garantire l’acquisto del materiale scolastico ai proprio figli.
La maggioranza che guida da sei anni la nostra Regione si è rivelata del tutto inadeguata e inappropriata. E questo è solo l’ultimo atto di una stanca sceneggiatura.
Cosa racconta il generale Bardi a una studentessa e a uno studente lucani costretti ad andare a scuola senza acqua corrente e senza libri?
Siamo mai scesi così in basso?
Riteniamo insufficiente il modo in cui questa maggioranza arlecchino di centrodestra sta governando il nostro territorio. Abbiamo presentato un’interrogazione formale per chiedere conto di questo taglio scellerato ai contributi scolastici, con l’auspicio che il governo regionale possa rimediare il prima possibile.
Alessia Araneo, Viviana Verri (Consigliere regionali M5S Basilicata)